(Vienna 1896-1966) scrittore austriaco. La sua opera segna l’epilogo di una grande tradizione narrativa, culminata in Musil e Broch. Insieme alla magistrale indagine della psicologia del profondo realizzata in L’occasione di uccidere (Ein Mord den jeder begeht, 1938), gli altri suoi grandi romanzi, La scalinata (Die Strudlhofstiege, 1951) e I demoni (Die Dämonen, 1956), sono da intendere, oltre che come evocazione della società viennese tra le due guerre, come il prodotto di un’arte umanissima e aristocratica insieme. Nei suoi vasti libri, condotti come al rallentatore, D. si è proposto di scrivere il «romanzo totale», che colga la molteplicità e l’ambiguità della vita, nonostante le strutture condizionanti del pensiero: si vedano Le finestre illuminate (Die eurleuchteten Fenster, 1951) e I Merovingi (Die Merowinger, 1962). Un ritorno alla tematica dei primi romanzi sono Le cascate di Slunj (Die Wasserfälle von Slunj, 1963), prima parte dell’incompiuto Romanzo n. 7 (Roman N. 7).